Da
Domenico Pizzuti, riceviamo questa riflessione sui risultati elettorali in Campania. Tra vecchio, nuovo e nella relativa "assenza di un tessuto sociale intermedio di gruppi ed associazioni che operi per una educazione dei cittadini alla vita pubblica".
Il puzzle dei risultati elettorali
Nel puzzle dei risultati elettorali in Campania e a Napoli, più effetto di delusioni che di reale presa di coscienza, nelle circoscrizioni di Campania 1 e Campania 2, tre dati sono chiari: la vittoria della coalizione di centro-destra con 7 punti di distanza da quella di centrosinistra, l'avanzata inarrestabile del popolo giovane del Movimento 5 Stelle secondo la media nazionale, ed il flop della lista "rivoluzione civile" di Ingroia che non raggiunge il fatidico 4%. Questo a bocce ferme, anche se l'affermazione della coalizione di centro destra è in rimonta rispetto ad un declino in riferimento alle elezioni del 2008, e rappresenta una riconquista di voti, territori, cioè di consensi, nelle circoscrizioni elettorali menzionate, ci piaccia o meno.
Un primo elemento analitico proviene da un'affermazione del Coordinatore del PDL Nitto Palma che se Nicola Cosentino è stato assente dalla competizione elettorale ha avuto il merito di aver radicato il partito sul territorio, dedicandogli secondo un'affiliazione di consorteria la vittoria conseguita che può far pensare ad una sua rivalutazione, magistratura permettendo. Bisogna approfondire questo radicamento che è una delle componenti dell'affermazione territoriale non tanto innocente del PDL nei territori di Campania 2, segnati da illegalità diffusa nelle attività economiche, da amministrazioni comunali colluse e sciolte, da contiguità nel costume sociale con il malaffare, da omertà decennali delle popolazioni rispetto al traffico dei rifiuti tossici, da popolazioni non libere rispetto a potentati politici che esercitano condizionamento sulle amministrazioni locali, le imprese economiche e le attività dei servizi a partire dalla gestione dei rifiuti. Ed anche di comunità cristiane che non sempre si riscattano da questi condizionamenti pratici e subculturali.
E' così favorito il "voto di scambio", come scrive Aurelio Musi che "la crisi economica ha favorito il voto di scambio sia nelle forme delle promesse di Berlusconi (rimborso ed abolizione dell'IMU), sia nelle forme delle clientele consolidate e delle contiguità con la malavita organizzata" (27 febbraio 2013, p. XII). Bisognerebbe anche tener conto del favore da parte delle famiglie rispetto ai condoni edilizi preannunciati rispetto alle irregolarità diffuse delle attività e pratiche edilizie e del peso dell'IMU rispetto alla proprietà di case da parte di famiglie senza redditi elevati.
E' impressionante la premura con cui il giorno dopo la proclamazione dei risultati elettorali il Coordinatore regionale PDL si sia fatto propugnatore di provvedimenti di condono da parte della Regione Campania rispetto a situazione certo complesse di illegalità, che certo non contribuiscono a sanare situazioni di illegalità edilizia nella passi e nella mentalità delle popolazioni locali: Configurando un scambio elettorale ambiguo se non irregolare.
In tal modo si intrecciano localismi ambigui, messaggi di leader nazionali che fanno ricorso alla pancia della gente, media non solo TV, ma radio, social network che hanno amplificato la propaganda elettorale dei rappresentanti delle liste elettorali in competizione.
Nello stesso tempo si deve registrare un'affermazione del Movimento di Grillo nel 23,14 % in Campania 1 e del 21, 11 in Campania 2 che sembra essere più innocente rispetto ai leader locali di antico pelo, che esprime una protesta nei confronti dei costi della casta e della crisi economica, nuove sensibilità rispetto alla difesa dell'ambiente ed ai beni comuni. Pur attendendo alla prova dei fatti queste facce nuove di cittadini normali che sono sbarcate nei due rami del Parlamento, possiamo interrogarci se esse rappresenteranno veramente un sangue nuovo per la rigenerazione del sistema politico in un confronto nel Parlamento e nella società secondo prassi democratiche e non di autodirezione. Rimboccandosi le maniche per il lavoro parlamentare e lasciando per un po’ silenti i megafoni.
A nostro avviso, rispetto ai vari leader e guru vecchi e nuovi vocianti nelle piazze o alle audience televisive, si avverte l'assenza di un tessuto sociale intermedio di gruppi ed associazioni che operi per una educazione dei cittadini alla vita pubblica secondo le indicazioni della Costituzione e per una rigenerazione dell'etica pubblica nella vita politica e sociale. Cioè di operatori di rigenerazione etica, civile e politica nella vita pubblica e privata.